L’uomo e la donna che vogliono vivere il loro battesimo devono andare verso le periferie, verso le periferie geografiche, le periferie culturali, le periferie esistenziali, devono andare con questa proposta evangelica... vivere in questa tensione, una tensione tra l'interiorità dell’incontro con Gesù che vi spinge verso fuori e pone tutto in questione, tra un andare e un tornare continuo.





MAGISTERO


Come Giuda che, quando ha tradito Gesù aveva il cuore chiuso, anche noi quando spettegoliamo e "spelliamo" l'altro, non abbiamo amore, amicizia, tutto diventa mercato: vendiamo i nostri amici, i parenti.

Gesù è come una mercanzia: è venduto. Capita tante volte anche nel mercato della Storia … nel mercato della nostra vita quando noi scegliamo i 30 denari e lasciamo Gesù da parte, guardiamo il Signore che è venduto. E a volte noi con i nostri fratelli, con i nostri amici, tra noi, facciamo quasi lo stesso. Accade quando chiacchieriamo l’uno dell’altro. Questo è vendere, e la persona di cui chiacchieriamo è una mercanzia, diventa una mercanzia. E con quanta facilità noi facciamo questo! E’ la stessa cosa che ha fatto Giuda. Non so perché, ma c’è una gioia oscura nella chiacchiera. A volte cominciamo da parole buone, ma poi all’improvviso arriva la chiacchiera e cominciamo spellare l’altro. Mai parlare male di altre persone. Giuda, quando ha tradito Gesù aveva il cuore chiuso, non aveva comprensione, non aveva amore, non aveva amicizia. Così, anche noi quando spettegoliamo non abbiamo amore, non abbiamo amicizia, tutto diventa mercato: vendiamo i nostri amici, i nostri parenti. Allora chiediamo perdono perché lo facciamo all’amico, ma lo facciamo a Gesù, perché Gesù è in questo amico, in questa amica. E chiediamo la grazia di non ‘spellare’ nessuno, di non chiacchierare di nessuno. E se ci accorgiamo che qualcuno ha dei difetti non facciamoci giustizia con la nostra lingua, ma preghiamo il Signore per lui, dicendo “Signore, aiutalo!. 

Omelia nella Messa celebrata a "Santa Marta", 27 marzo 2013






Il tradimento di Giuda paragonato al pettegolezzo, al parlare male degli altri. E’ la riflessione fatta da Papa Francesco nella breve omelia tenuta questa mattina nella “Casa Santa Marta” in Vaticano, a commento del Vangelo del Mercoledì Santo. Poi, a sorpresa, il Papa si è recato nella Basilica di San Pietro a salutare i dipendenti vaticani riuniti per la Messa presieduta dal cardinale Angelo Comastri alla vigilia del Triduo pasquale. Il servizio di Sergio Centofanti:

Il Vangelo del Mercoledì Santo presenta il tradimento di Giuda per 30 denari. Uno dei Dodici, uno degli amici di Gesù, uno di quelli che gli erano più vicini – sottolinea il Papa – parla con i capi dei sacerdoti trattando il prezzo del tradimento. “Gesù è come una mercanzia: è venduto”. Capita “tante volte anche nel mercato della Storia … nel mercato della nostra vita – ha proseguito - quando noi scegliamo i 30 denari e lasciamo Gesù da parte, guardiamo il Signore che è venduto. E a volte noi – afferma il Papa - con i nostri fratelli, con i nostri amici, tra noi, facciamo quasi lo stesso”. Accade "quando chiacchieriamo l’uno dell’altro”. Questo è vendere, e “la persona di cui chiacchieriamo è una mercanzia, diventa una mercanzia. E con quanta facilità - esclama - noi facciamo questo! E’ la stessa cosa che ha fatto Giuda”. Il Papa quindi aggiunge: “Non so perché, ma c’è una gioia oscura nella chiacchiera”. A volte cominciamo da parole buone, ma poi all’improvviso arriva la chiacchiera e comincia quello che il Papa definisce “spellare l’altro”. Ma “ogni volta che chiacchieriamo, ogni volta che ‘spelliamo’ l’altro – ricorda il Pontefice - facciamo la stessa cosa che ha fatto Giuda”. Questo, dunque, l’invito: “mai parlare male di altre persone”. Giuda, quando ha tradito Gesù “aveva il cuore chiuso, non aveva comprensione, non aveva amore, non aveva amicizia”. Così, anche noi quando spettegoliamo non abbiamo amore, non abbiamo amicizia, tutto diventa mercato: “vendiamo i nostri amici, i nostri parenti”. Allora - esorta il Papa – “chiediamo perdono perché lo facciamo all’amico, ma lo facciamo a Gesù, perché Gesù è in questo amico, in questa amica. E chiediamo la grazia di non ‘spellare’ nessuno, di non chiacchierare di nessuno”. E se ci accorgiamo che qualcuno ha dei difetti – conclude il Papa – non facciamoci giustizia con la nostra lingua, ma preghiamo il Signore per lui, dicendo “Signore, aiutalo!”. 

Il Papa si è poi recato nella Basilica di San Pietro dove ha salutato i dipendenti vaticani riuniti per la Messa presieduta dal cardinale Comastri, ringraziandoli per il lavoro svolto per la Santa Sede:

"Voglio ringraziarvi per questo e chiedervi di pregare per me: ne ho bisogno perché io sono anche un peccatore, come tutti. E voglio essere fedele al Signore. Pregate per me. Vi auguro Buona Pasqua. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca, come Mamma buona. Grazie tante!“.



Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/03/27/Messa%20del%20Mercoled%C3%AC%20Santo.%20Il%20Papa:%20parlare%20male%20dei%20nostri%20fratell/it1-677216
del sito Radio Vaticana 

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